Si dice che le launeddas, sia uno strumento antichissimo della storia in Sardegna. Si parla di qualche millennio, ma soprattutto pare sia stato uno strumento di uso comune, frequentemente utilizzato nel centro Sardegna. Altre correnti di pensiero, dicono che fosse utilizzato in tutta l’isola comprese le zone costiere. Oggi il nostro ospite a Radio Catalan è stato Dante Tangianu, personaggio che oltre a suonare questo strumento, si dedica alla realizzazione, e alla divulgazione di questa innata passione. Il personaggio molto loquace, non ha trovato difficoltà nello spiegare e mettere in evidenza modi e uso di questo dispositivo realizzato con delle canne, a detta sua raccolte in questo periodo di gennaio con l’una calante. Altro dato, che questo materiale naturale si trova negli argini dei fiumi, e che per la particolarità prima del taglio deve rispondere a determinati requisiti. Non solo, l’ospite ha aperto la trasmissione, facendo sentire il suono polifonico che questo strumento millenario propaga, con una piccola dimostrazione. L’interprete, ha chiaramente affermato come le launeddas, riescano grazie al fiato del suonatore a parlare una lingua universale. Una lingua fatta di suoni, di note racchiuse all’interno di canne, sapientemente liberate dal soffio di chi crede in questo strumento. Oggi dunque un suonatore, uno strumentista quale è il personaggio Tangianu, ricco come abbiamo sottolineato di un qualcosa che ci appartiene come popolo sardo, e che ci contraddistingue da altri popoli dell‘area mediterranea. Si è parlato delle launeddas come uno strumento datato si, ma sempre e comunque presente nel nostro tempo. Dante Tangianu ha nella sua passione racchiuso una esperienza di vita, saputa tramandare, e come lui a suo tempo, raccolta dal figlio Roberto che oggi è un professionista di questo importante strumento, che racchiude in sé la storia della nostra Isola. A tal proposito vi rimando alla visione dell’intera intervista odierna.

Michele Serra